Tredicesimo Incontro di Primavera ANDI EMILIA-ROMAGNA – Parma – 5 Aprile 2025

Il recente evento culturale di Primavera ANDI EMILIA ROMAGNA, svoltosi a Parma sabato 5 Aprile 2025, ha avuto per tematica centrale l’Endodonzia clinica: una branca di fondamentale importanza nell’ambito delle cure specialistiche odontoiatriche e di notevole interesse anche per i colleghi impegnati quotidianamente nell’esecuzione di restauri conservativi e protesici.

La giornata si è aperta con il saluto del Presidente Regionale Dr Paolo Paganelli, che ha ricordato anche le recenti elezioni nazionali CAO, auspicando un mantenimento dei buoni e proficui rapporti che hanno sempre caratterizzato la relazione con ANDI. Il Dr Paganelli ha ringraziato i relatori per l’intensa organizzazione della giornata, sottolineando l’importanza e il prestigio della presenza SIE nell’organizzazione dell’evento, e la Presidente ANDI Parma Dssa Rabajotti per avere rinnovato la disponibilità e la continuità nell’organizzazione dell’incontro Andi Regionale di Primavera. Il Segretario Culturale Regionale Dr Montosi ha a questo punto presentato i relatori Dr. Luca Venuti e il Dr. Riccardo Taddia, inviando un augurio di pronta guarigione alla Dssa Rita Gnoli, terza relatrice non presente alla giornata per temporanei problemi di salute.

Il Dr Taddia ha iniziato la relazione ricordando l’importanza del concetto di diagnosi endodontica nel momento della prima visita, a partire dalla valutazione di segni e sintomi e dalla raccolta di dati clinici con esami strumentali e fotografie, utilissimi a scopo di documentazione e studio del caso e di comunicazione efficace con il paziente. Si è evidenziato come la raccolta di dati debba essere il più completa e puntuale possibile, eseguendo tutti i test clinici necessari alla formulazione della corretta diagnosi e all’identificazione di problematiche a volte molto insidiose come nel caso della sindrome del dente incrinato, sempre più frequente anche per l’aumento delle parafunzioni tra i nostri pazienti.  Si è ricordato come la radiografia endorale periapicale sia ancora il gold standard nella valutazione preliminare al trattamento endodontico, ma che in molti casi la tomografia CBCT possa risultare utilissima e talvolta dirimente nella valutazione di casi complessi e di lesioni periapicali associate a canali nascosti non reperiti in precedenza. La CBCT, oltre ad aiutare l’endodontista nella pianificazione di ritrattamenti e cure canalari complesse grazie alle immagini tridimensionali, è inoltre in grado di identificare lesioni periapicali più piccole e non sempre visibili in radiografia endorale bidimensionale, sottoponendo per altro il paziente a dosi radianti ormai decisamente inferiori rispetto al passato.

Il Dr Venuti ha a questo punto sottolineato la necessità di preservare quando possibile la vitalità pulpare, naturalmente in assenza di pulpite irreversibile o di necrosi, attraverso l’impego di eventuali pulpotomie parziali e di idonei materiali da incappucciamento, primi tra tutti i nuovi e più attuali materiali bioceramici dotati di notevole biocompatibilità. La possibilità di preservare la polpa dentaria ed in particolar modo quella canalare garantirà infatti migliori proprietà meccaniche dell’elemento trattato e consentirà un completo sviluppo radicolare negli elementi dei pazienti più giovani.

Quando il trattamento canalare completo risultasse poi necessario, si dovrà cercare di preservare quanta più struttura dentale possibile al fine di migliorare la prognosi  futura dell’elemento, prediligendo quando possibile restauri coronali parziali invece che totali, soprattutto nei pazienti più giovani.

Il Dr Taddia ha parlato a questo proposito dell’importanza di cercare di mantenere nelle fasi di apertura della cavità di accesso quanta più struttura dentale possibile in modo da migliorare la prognosi del futuro restauro, ma a patto di ottenere comunque un corretto accesso a tutti i canali dell’elemento dentario tenendo conto delle possibili variabili anatomiche anche nei casi più complessi.  Nell’ambito delle più attuali tecniche di trattamento canalare, il Dr Taddia ha ricordato anche la possibilità di avvalersi dell’accesso endodontico guidato con dime realizzate a seguito di progettazione con CBCT per il corretto accesso a canali particolarmente complessi e difficili da reperire. Tale metodica, ancora poco diffusa nella pratica clinica quotidiana dell’endodontista mentre sempre più utilizzata in ambito chirurgico a scopo implantare, è una interessante opzione di cui gli specialisti in endodonzia potranno avvalersi in futuro per i casi più complessi, al fine di evitare danni iatrogeni accidentali nella fase di accesso al sistema canalare.

In tema di sagomatura canalare, si è poi evidenziato come nel panorama sempre più vasto di sistematiche di strumenti rotanti, l’operatore debba sempre ricercare strumenti dotati di efficacia, sicurezza e predicibilità nella sagomatura nonché di mini-invasività al fine di preservare quanta più dentina possibile, soprattutto nella zona canalare peri-cervicale che risulta essere quella maggiormente coinvolta nella patogenesi di successive fratture  radicolari. Il Dr Venuti ha ricordato come l’evoluzione delle leghe dei più attuali strumenti rotanti abbia consentito di ridurre notevolmente il rischio di fratture anche nei canali più curvi e complessi, prediligendo una sagomatura minimamente invasiva e che alteri il meno possibile l’anatomia originale del sistema canalare. Nonostante i più attuali strumenti rotanti sia tradizionali che reciprocanti offrano prestazioni sempre migliori e molte sistematiche permettano di eseguire l’intera terapia canalare in modo completamente automatizzato, il Dr Venuti ha ricordato come il sondaggio iniziale con strumenti manuali sia ancora da ritenersi un passaggio operativo di grande importanza, soprattutto nell’ambito di ritrattamenti o di cure canalari complesse.

Dopo l’interruzione per il pranzo e il saluto a tutti i partecipanti del Vice Presidente Nazionale Dr Corrado Bondi e del Segretario Sindacale Nazionale Dr Lauro Ferrari, il Dr Massimo Manchisi del Cda di Oris Broker ha illustrato le caratteristiche e i principali vantaggi delle polizze professionali realizzate in convenzione con Andi. Il Dr Manchisi ha ricordato in questa sede la grande importanza della presenza in Oris Broker di odontologi forensi Andi come periti e il grande impegno per sostenere i colleghi più giovani con coperture  a prezzi notevolmente agevolati.

I lavori della giornata congressuale sono ripresi con la dimostrazione di sagomatura canalare su modelli ad opera del Dr Venuti, sia con strumenti a rotazione tradizionale che reciprocanti. Durante la dimostrazione il Dr Venuti ha sottolineato l’importanza di alternare all’uso di qualsiasi tipo di strumento canalare una abbondante irrigazione con ipoclorito di sodio, allo scopo di rimuovere i molti detriti prodotti e di agire il più possibile anche sulla grande porzione di sistema canalare che non entra mai in contatto con i nostri strumenti. È stata anche ricordata la auspicabilità di terminare quando possibile le terapie canalari in una unica seduta, come evidenziato dalla letteratura da ormai alcuni anni. Il Dr Venuti ha infatti ricordato che, quando l’elemento dentario non presenti una fuoriuscita di essudato o un sanguinamento non controllabili ed arrestabili durante i vari passaggi della terapia canalare, sia preferibile terminarla durante la prima seduta in modo da evitare il rischio di contaminazione esterna. Quando però questo non sia possibile, soprattutto nel caso di denti necrotici e con una elevata carica settica, sarà preferibile ricorrere ad una medicazione intermedia con elevato potere antibatterico, come appunto l’idrossido di calcio, in modo da poter poi procedere in sicurezza all’otturazione canalare nella seduta successiva. Si è sottolineata la grande importanza dell’attivazione degli irriganti con strumenti sonici, ultrasonici o con tecniche di agitazione e movimentazione manuale dell’ipoclorito, in modo da aumentare il contatto tra questo e la superficie canalare, per abbattere quanto più possibile la carica microbica prima di procedere al sigillo dei canali. Venendo poi alle tecniche di otturazione canalare, si è evidenziato come le tecniche di otturazione con guttaperca a caldo, ritenute il gold standard per il sigillo endodontico, siano ora affiancate da un sempre maggiore impiego della otturazione canalare a freddo con l’impiego di cementi bioceramici. Le eccellenti proprietà di sigillo e l’assenza di contrazione nel tempo di questi ultimi, abbinate ad una significativa bioattività per promuovere la guarigione dei tessuti periapicali, ne hanno diffuso largamente l’impiego, grazie anche alla notevole semplicità di utilizzo con tecniche a freddo dove il cono di guttaperca agisce soltanto da carrier per la veicolazione del cemento. Analizzando le possibili cause di fallimento delle terapie canalari, il Dr Venuti ha poi ricordato come il sigillo coronale con un corretto restauro post endodontico risulti però ancora più determinante del sigillo canalare per determinare una buona prognosi dell’elemento nel tempo. Tale restauro, oltre a sigillare in modo ermetico il sistema canalare trattato, dovrà anche proteggere il più possibile l’elemento dal rischio di fratture, ricorrendo molto spesso alla ricopertura delle cuspidi. L’impiego di restauri a copertura parziale o totale delle cuspidi degli elementi posteriori risulterà infatti molto spesso determinante per proteggere l’elemento trattato, soprattutto vista la sempre maggiore presenza di parafunzioni tra i pazienti di tutte le età. I lavori congressuali si sono conclusi con una dimostrazione pratica di sigillo canalare con l’impiego di un cemento bioceramico e di ricostruzione con materiale composito stratificato, ricordando l’importanza di un corretto utilizzo dei materiali compositi bulk e tradizionali in abbinamento per sigillare coronalmente l’elemento trattato e ripristinarne la morfologia. Il Presidente Regionale Dr Paganelli ha a questo punto ringraziato i relatori per il loro impegno insieme al Dr Montosi, salutando tutti i partecipanti e ricordando il prossimo appuntamento culturale del 13 Settembre, dedicato al tema dell’approccio digitale interdisciplinare nella pratica clinica quotidiana.